A cura della redazione di Network Museum
Riproponiamo questa nostra sezione dedicata al rapporto tra i musei ed i media, interessandoci di un fenomeno, da qualche anno in voga: i docu-film. Sempre più spesso le cosiddette “major” propongono al circuito cinematografico, con uscite sapientemente dosate e programmate, produzioni documentaristiche di grande impatto. Intendiamoci: sia benvento tutto ciò che possa costituire nutrimento per la mente e, nel lecito e nel rispetto della dignità di tutti, quanto possa spingerci ad una sempre maggiore consapevolezza esistenziale. Tuttavia, nell’osservata operazione, che stiamo presentandovi, come in altre simili, avvertiamo un certo squilibrio di parti e di ruoli. Ci saremmo aspettati, malgrado i soliti problemi di bilancio, che tali iniziative fossero almeno promosse da entità museali, mentre paiono iniziative soprattutto mediatiche, nel senso che il motore di queste meritorie espressioni, a cui si aggiungono benemerite e finanziate attività di restauro e di esposizione, sia da cercare in realtà produttive fondate sulla comunicazione piuttosto che sulla produzione culturale scientifica. Questo assetto, tale orientamento, potrebbe in futuro causare una distorsione nella percezione dell’arte e più in generale di ciò che, per consuetudine, consideriamo cultura. Un aspetto curioso è l’accostamento al Tintoretto con il ruolo di “proto-rock star”, espresso da David Bowie (http://arte.sky.it). Tale distorsione è paragonabile all’odierno ruolo dei fondi finanziari nei confronti dell’imprenditoria pura: prodotti e servizi vengono erogati parimenti, il consumatore può non accorgersene, se non quando certe realtà vengono alla ribalta trascinate dal gossip finanziario o dai drammi socio-occupazionali. Ci siamo permessi di esprimere tali osservazioni non perché in ciò che stiamo presentando si sia riscontrato alcunché di irregolare o di inquietante, anzi. Specialisti di prim’ordine, grandi professionalità e, sicuramente, purezza di intenti caratterizzano la produzione in questione. La riflessione, ripetiamo, è sul ruolo, su quel crescendo sempre più determinante in questi ultimi cinquanta anni, interpretato dalla “comunicazione”. In natura la forma si fonde sovente con la sostanza, ma non si avverte una dominanza di un aspetto sull’altro. Tali espressioni sono determinati da regole definite: non è prevista l’abdicazione di ruoli, la loro alienazione o la loro sostituzione. L’essere si origina nel soggetto o nel predicato? Confondere le parti a cosa potrebbe portare?
Tali argomentazioni nulla tolgono all’operazione di Sky Arte, che nel docu-film dedicato a Jacopo Robusti, conosciuto come il Tintoretto, celebra i cinquecento anni dalla nascita dell’artista veneziano ed il cui comunicato stampa riproponiamo di seguito.
“In occasione dell’anniversario dei cinquecento anni dalla nascita, arriva in anteprima nelle sale cinematografiche italiane Tintoretto. Un Ribelle a Venezia, un nuovo esclusivo docu-film firmato da Sky Arte dedicato alla figura di un pittore straordinario, mutevole e cangiante, istintivo e appassionato.
Figlio di un tintore, da cui il suo nome d’arte, Tintoretto (1519-1594) è infatti l’unico grande pittore del Rinascimento a non avermai abbandonato Venezia, nemmeno negli anni della peste. Immergendoci nella Venezia del Rinascimento e attraversando alcuni dei luoghi che più conservano la memoria dell’artista, dall’Archivio di Stato a Palazzo Ducale, da Piazza San Marco alla Chiesa di San Rocco, verremo così guidati attraverso le vicende di Jacopo Robusti, in arte Tintoretto, dai primi anni della sua formazione artistica fino alla morte, senza trascurare l’affascinante fase della formazione della sua bottega, luogo in cui lavorano anche alcuni dei suoi figli, Domenico, che erediterà l’impresa del padre, e l’amatissima Marietta, talentuosa pittrice. Ideato e scritto da Melania G. Mazzucco e con la partecipazione straordinaria del regista Peter Greenaway, il film sarà narrato dalla voce di Stefano Accorsi e arriverà nelle sale cinematografiche solo per tre giorni, il 25, 26, 27 febbraio 2019, distribuito da Nexo Digital nell’ambito del progetto della Grande Arte al Cinema (elenco sale a breve su nexodigital.it).
Attraversando la vita del pittore, un artista spregiudicato e inquieto caratterizzato da un’infinita voglia di indipendenza e un amore assoluto per la libertà, Tintoretto. Un Ribelle a Venezia delineerà i tratti della Venezia del 1500, un secolo culturalmente rigoglioso che vede tra i suoi protagonisti altri due giganti della pittura come Tiziano e Veronese, eterni rivali di Tintoretto in un’epoca in cui la Serenissima conferma il suo dominio marittimo diventando uno dei porti mercantili più potenti d’Europa e affronta la drammatica peste del 1575-77, che stermina gran parte della popolazione lasciando un segno indelebile nella Laguna. È proprio durante la peste che Tintoretto crea il suo ciclo più importante. In una Venezia deserta, cupa e spettrale, con i cadaveri degli appestati lungo i canali, Tintoretto rimarrà in città per continuare la sua più grande opera: il ciclo di dipinti della Scuola Grande di San Rocco, una serie di teleri che coprono la maggior parte delle pareti dell’edificio intitolato alla celebre confraternita. Nessuno all’epoca, nemmeno Michelangelo nella Cappella Sistina, vantava di aver firmato ogni dipinto all’interno di un edificio.
Ad accompagnare lo spettatore attraverso le vicende di Tintoretto, saranno chiamati numerosi esperti come gli storici dell’arte Kate Bryan, Matteo Casini, Astrid Zenkert, Agnese Chiari Moretto Wiel, Michel Hochmann, i co-curatori della mostra Tintoretto 1519-2019 di Palazzo Ducale, Frederick Ilchman e Tom Nichols, le scrittrici Melania G. Mazzucco e Igiaba Scego, le restauratrici Sabina Vedovello e Irene Zuliani, impegnate nel restauro delle Due Marie di Tintoretto.
Il documentario osserverà infatti anche le analisi dettagliate che permetteranno a una squadra italiana direstaurare due capolavori di Tintoretto: “Maria in meditazione”(1582 – 1583) e “Maria in lettura”(1582 – 1583). Grazie al sostegno di Sky Arte, le due tele saranno infatti restaurate prima di essere esposte all’interno della mostramonografica di Tintoretto alla National Gallery of Art di Washington, in occasione dell’anniversario dei cinquecento anni dalla nascita di Tintoretto, che avverrà nel 2019. Tintoretto. Un Ribelle a Venezia è prodotto da Sky Arte e arriverà al cinema solo per tre giorni, il 25, 26, 27 febbraio. L’appuntamento si inserisce nel calendario della Grande Arte al Cinema, un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital. Per la stagione 2019 arriva nelle sale italiane in collaborazione con i media partner Radio Capital, Sky Arte e MYmovies.it.
Sky Arte festeggia i 500 anni dalla nascita del grande pittore veneziano lanciando, in contemporanea al documentario, anche un’inedita biografia a fumetti. “Tintoretto. Un ribelle a Venezia” è infatti anche una graphic novel per lettori dai 14 anni, scritta da Alberto Bonanni su disegni di Gianmarco Veronesi. Il volume ripercorre in quattro capitoli a colori la vita dell’artista veneziano e la sua presunta rivalità con un altro maestro della scena artistica del ‘500: Tiziano Vecellio. Si tratta della prima pubblicazione a fumetti realizzata da Sky Arte in collaborazione con TIWI, studio creativo già editore del premiato marchio di albi illustrati per la prima infanzia minibombo. Il volume sarà disponibile in tutte le librerie da marzo 2019″.
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Titolo: “Tintoretto: il docu-film”
Sezione: “Musei e media”
Autore: Network Museum
Codice: INET1902191100MAN/A1
Ultimo aggiornamento: 20/02/2019
Pubblicazione in rete: 3° edizione, 20/02/2019
Proprietà intellettuale: INFOGESTIONE s.a.s
Fonte contenuti: http://arte.sky.it/speciali/tintoretto/
Fonte immagine: http://arte.sky.it/
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