Desidero, per questa copertina, partire da una iniziativa promossa dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che fino al 31 maggio 2020, ospiterà “Capire il cambiamento climatico – Experience exhibition”, uno spazio narrativo ed esperienziale in cui i visitatori scopriranno le cause e gli effetti del riscaldamento globale. Per inquadrare la rilevanza della proposta, occorre rifarci ad una mostra allestita presso il Parco Archeologico di Pompei da marzo a settembre del 2016 dal titolo “Mito e natura”, in cui
il rapporto tra uomo ed ambiente era stato analizzato grazie alla mediazione figurata delle opere d’arte antiche. La felice ed opportuna evoluzione tematica è evidente: portare il visitatore, che forse si aspetta “solo” di trovare in tali siti museali reperti di una remota antichità e che si è preparato ad ammirare i tesori di Pompei e di celebri collezioni, dalla Farnese alla Magna Grecia, ad informarsi ed a rendersi maggiormente consapevole della variazione climatica, di cui già fa esperienza nella sua quotidianità e che assume, così, una valenza più profonda, superando l’allarmismo contingente, elevandola oltre l’emotività sociale (a volte perniciosa più della stessa causa scatenante) a strumento culturale, individuale e collettivo. Il visitatore potrà così contrarre con la problematica ecologica un rapporto più razionale, più maturo, più profondo, più emotivamente costruttivo, e, certamente, più aperto ad accogliere, in modo propositivo, il necessario cambiamento di mentalità e di stile, di cui tutti dobbiamo farci carico, pena, forse, la stessa sopravvivenza del nostro genere, anche se nel panorama cosmico sarebbe da verificare l’opportunità di perpetuare la presenza di ciò che chiamiamo “umanità”.
Stiamo forse assistendo all’alba di quella che è per noi la nuova vocazione dei musei, ovvero il senso per gli “altri” e dell’intorno in cui sono immersi, oltre a quel ruolo istituzionale, che li destina a meri custodi di cose e di autorevolezza, prive di significato se non pensate ed attuate in funzione della maggior consapevolezza esistenziale degli unici destinatari e proprietari di tali tesori materiali ed immateriali, ovvero ogni membro del consorzio umano.
Eccoci quindi agli inizi di una ragion d’essere museale, che si fa espressione di quella formazione continua, così indispensabile per la sopravvivenza di tutti e di ognuno, foriera di introspezione individuale e collettiva, oltre che di accrescimento dei singoli bagagli nozionistici ed esperienziali.
Quanto evidenziato ci riporta all’usato ritornello, a quel mantra così caro a noi di NM: per produrre e condividere conoscenza e consapevolezza, due facce di quella medaglia, che chiamiamo cultura, occorrono persone, capacità, strutture e strumenti. Occorre investire nel management in tutte le sue espressioni, occorre rendere ciò che accade in un museo efficace, efficiente ed evidente, occorre abbattere le barriere dell’autoreferenzialità, della presunzione, della supponenza, che rendono impermeabili ed adiabatici ancora troppi enti museali ed ancora troppo quelli che, di tale evoluzione, hanno compreso l’importanza.
Proviamo a compiere uno sforzo di immaginazione ed a concepire quanto questi centri di diffusione della conoscenza possano se collegati alla scuola, alle università, ai centri di ricerca, alle imprese, agli enti preposti alla gestione ed alla implementazione di assetti urbani e sociali, agli enti sanitaria e di assistenza, nonché le collegate ripercussioni in termini economici, sociali e di impiego. Non sarà difficile comprendere la nuova vocazione degli enti museali a divenire operatori di intelligenza collettiva ed introspezione individuale, affinché la nostra specie possa imparare dai propri errori, dalla propria storia, per principiare a comprendere,
ad apprendere ed a compiere scelte, da oggi in poi sempre più urgenti all’insegna di una strategia di sopravvivenza di specie e non più di lobby, di nazioni e di qualsiasi altro pretesto per generare vantaggi di alcuni (di solito pochi) su altri.
La vera sfida per l’umanità è sopravvivere a se stessa: tutti o nessuno.
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Titolo: “Il senso degli “Altri” per i musei”
Sezione: “La copertina”
Autore: Gian Stefano Mandrino
Codice: INET1910141000MAN/A3
Ultimo aggiornamento: 15/10/2019
Pubblicazione in rete: 3° edizione, 15/10/2019
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Fonte contenuti: https://www.museoarcheologiconapoli.it/
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