Dopo ventidue anni il sito sperimentale dedicato al pubblico, o meglio, alle persone, che visitano e frequentano, i musei è stato realizzato. Ci siamo resi conto che trattare dei destinatari dell’offerta culturale negli stessi spazi offerti agli “addetti ai lavori” era fortemente limitativo ed intellettualmente fuorviante per tutta una serie di “inconsistenti” preconcetti, che pongono chi visita su livelli diversi, percepiti dall’immaginario collettivo, gerarchicamente interagenti. Ecco una serie di “istruzioni per l’uso” del nuovo sito.
a cura della redazione scientifica di Network Museum
“Cosa pensano di noi?”. Siamo convinti, o forse riteniamo solo logico pensarlo, che ogni direttore di museo, ogni collega di istituzione culturale, ogni lavoratore impiegato nel settore si ponga, almeno una volta al giorno, questa domanda. È una questione meno oziosa di quanto si possa ritenere. Nel quotidiano interpersonale e nel turbinio di media ed informazioni da questi originati sale all’evidenza, anche se in realtà il fenomeno è presente da secoli, un certo disagio per il continuo senso di minaccia, di vario genere, a cui siamo quotidianamente ed esistenzialmente esposti. Se non è la guerra è la corruzione, se non è la microcriminalità è il terrorismo, se non è precariato è l’economia mondiale: siamo immersi in un fluido ad alta densità di problemi. Stendiamo un velo pietoso verso tutte quelle categorie, che fomentano tutto ciò per vari tipi di interessi: facciamo finta, in questa sede, che non esistano.
Torniamo alla vexata quaestio: “il mio museo che rapporto contrae con una simile realtà?” Risparmiamoci, almeno per una volta, il mantra della bellezza e delle veloci scorciatoie sentimentalistiche: questa è una sede dedicata alla scienza. Rispondiamo, pertanto, a tono: “Come realmente agisce il mio museo in relazione ad un ambiente estremamente ostile. Come posso descrivere, misurare, valutare e trasmettere tale impegno, tale attività ed i risultati che ne conseguono?”.
Noi di Infogestione Network Museum dal 1991 abbiamo cercato di rispondere e, per farlo con maggiore consapevolezza e scientificità, stiamo realizzando pure il primo “Concept museum”, ovvero la realizzazione dal nulla di un museo, come se potessimo realizzarlo in un laboratorio; ma di questo avremo modo di raccontarvi in seguito.
Torniamo al quesito. Tutti saranno d’accordo con il fatto che una statua o un telescopio nulla possono in relazione all’argomento trattato, anzi non hanno proprio ragione di essere se non per il fatto di essere costituiti da materia ed occupare una dimensione fisica. La variabile da osservare sono le persone: sia Quelle che visitano le strutture espositive sia Quelle che tali istituzioni gestiscono. Questa è la ragione per cui il motto di Network Museum People è: “Il sito dedicato a chi frequenta i musei”. I frequentatori di musei non sono solo coloro che li visitano, ma anche chi vi opera. Non è un sito dedicato al pubblico, a problematiche di marketing o di offerta turistica. Per tali argomenti vi sono centinaia di URL da esplorare. Noi desideriamo condividere una attività di ricerca scientifica sul rapporto tra coloro che abbiamo definito frequentatori, ovvero tra i cosiddetti “addetti ai lavori” e chi entra e si offre disponibile ad assumere una offerta informativa appositamente predisposta.
Torniamo alla domanda iniziale, fruendo del ragionamento sopra enunciato: “Come realmente agisce il mio museo, attraverso l’offerta culturale, che io, direttore di museo, ho avuto mandato di fare predisporre, in relazione ad un ambiente estremamente ostile. Come posso descrive, misurare, valutare e trasmettere tale impegno, tale attività? Con quali risultati?”. La domanda cita: “descrizioni, misure, valutazioni, trasmissioni. Eseguo tutto ciò solo in funzione di un patrimonio o di una materia, oppure soprattutto ed anche sui destinatari del patrimonio stesso. Attenzione: la tutela del patrimonio a nulla serve se non posta in relazione con le persone. Non sappiamo ancora quanto possa interessare la Cappella Sistina ad un esemplare di tartaruga. Non abbiamo studi a tale proposito, ma certamente è più facile iniziare dalla nostra specie. L’assillante ed ossessiva attenzione al patrimonio (anche se alla base vi sono sempre questioni di espressioni economiche, se non politiche) scevro del riferimento ultimo non è altro ciò che noi abbiamo definito: “feticismo culturale”.
Concludiamo, quindi, questo primo capitolo del nostro “foglietto illustrativo”, con cui, come per i farmaci, abbiamo definito cosa sia Network Museum People ed a cosa serva. È un sito sperimentale, a cui tutti possono partecipare, che serve a promuovere e presentare espressioni sul patrimonio culturale, sulla sua gestione e su come influisca sulle esistenze di tutti. Tali espressioni possono provenire da chi visita i musei e da chi li gestisce, sempre, però, in relazione ai propri ospiti e ponendo gli stessi come riferimento principale. Se volete un soffio di romanticismo vetero museale possiamo affermare che vi proponiamo di essere protagonisti di un nuovo Rinascimento Museale, se per rinascimento intendiamo il cambiamento di riferimento prospettico dall’oggetto, dal canone, al fruitore, le Persone e le loro vite.
Per la posologia e gli effetti indesiderati vi diamo appuntamento su Network Museum People.
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Titolo: “Istruzioni per l’uso”
Sezione: “La copertina”
Autore: redazione scientifica di Network Musuem
Ospite: –
Codice: INMNET2407040811man/A1
Ultimo aggiornamento: 04/07/2024
Pubblicazione in rete: 6a stagione, 04/07/2024
Proprietà intellettuale: INFOGESTIONE s.a.s
Fonte contenuti: Network Museum
Fonte immagine: Network Museum
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