Hanno festeggiato, nel 2019, i loro primi venti anni di attività al servizio della cultura e dei musei della loro città.
A cura della redazione di Network Museum
Non di rado le stesse associazioni ci chiedono, con malcelato stupore, perché una pubblicazione scientifica si interessi a loro. Danno per scontato che qualcuno si debba pure prendere cura dei musei, soprattutto quando questi rappresentino qualcosa di più che collezioni di oggetti, seppur di notevole valore economico, artistico o culturale. Molte associazioni considerano il patrimonio custodito dalle istituzioni museali come l’espressione di una inalienabile identità culturale, pena l’estinzione di quelle peculiarità, che rendono territori, persone, costruzioni, strutture e relazioni ciò che noi identifichiamo come tessuto sociale, collettività, comunità.
A molte associazioni tutto ciò appare ovvio e reputano quasi banale il perseverare nel porsi dei quesiti su ciò che fanno. Ma a noi interessano non solo i “come”, ma soprattutto i “perché”. Siamo convinti che studiare il ruolo dell’associazionismo, al di là di qualche raro episodio un po’ troppo autoreferenziale ed un poco “naïf”, in cui siamo accidentalmente incappati nel nostro percorso, possa evidenziare particolari dinamiche di relazione e comportamenti non ancora rilevati, forieri di nuovi motivi di analisi della conduzione museale, delle ragioni più profonde della propagazione culturale e del suo ruolo nella collettività.
Nel corso di questa tappa del nostro viaggio nel mondo del “terzo settore museale” abbiamo incontrato una realtà associativa che, complici i trascorsi dei nostri ospiti, esprime perfettamente una delle salienti qualità emerse da questo nostro andare alla scoperta delle associazioni museali: la tensione alla concretezza. Operare per obiettivi e sentirsi, liberi, al servizio di una collettività, con passione, decisione ed esperienza, sono le caratteristiche emerse durante l’intervista, che di seguito vi proponiamo.
È opportuno precisare che questo protocollo di ricerca viene condiviso da Network Museum con il nostro ultimo “spin off” dedicato, appunto, allo studio delle comunità culturali e dei processi di costituzione e di fidelizzazione: il suo nome è “Cultural Community Management”.
Diamo corso a questo appuntamento della nostra nuova sezione, dedicata al rapporto tra musei e mondo dell’associazionismo, ospitando l’Associazione Amici della Fondazione Torino Musei, attraverso gli interventi della Presidente, Dott.ssa Maria Leonetti Cattaneo, e del Presidente Onorario, Arch. Mario Verdun di Cantogno.
Maria Leonetti Cattaneo
Maria Leonetti Cattaneo è presidente degli Amici della Fondazione Torino Musei e del FAI Piemonte e Valle d’Aosta. È, inoltre, consigliere degli Amici del Real Castello di Racconigi, degli Amici dei Musei Reali e di Area, Associazione Amici degli Handicappati.
Nata a Napoli, dove si è laureata in Storia dell’Arte, negli anni Settanta si è trasferita a Torino, dove ha conseguito il Diploma in Archivistica e Diplomatica presso l’Archivio di Stato.
Partecipa con impegno professionale e quotidiano, sia pure da volontaria, alla crescita ed al sostegno di musei ed istituzioni culturali.
Per diversi anni è stata amministratore delegato per l’Italia di una società anglosassone, che ha introdotto le audioguide nei Musei Vaticani.
Dal 2009 è presidente di S.T.ART, Services & Technologies for Art, azienda italiana, che produce servizi tecnologici per l’arte: contribuisce alla stesura dei testi da registrare, nella convinzione che la conoscenza dell’arte – estesa, condivisa e resa accessibile a tutti – sia non soltanto un diritto, ma anche un dovere.
Mario Verdun di Cantogno
Dopo un ventennale attività di progettazione architettonica a livello professionale, l’architetto dal 1986 è stato coinvolto nella promozione e realizzazione di diverse iniziative nel settore dei beni culturali piemontesi.
– Fondazione Palazzina Mauriziana di Stupinigi: dal 1987 rappresentante della Fiat nel CdA della Fondazione costituita per restaurare la Palazzina di Caccia di Stupinigi
– Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Torino: rappresentante dal 1987 di Fiat nella Consulta di Torino costituita per operare sui beni culturali della città
– Associazione culturale “Amici dell’Arte in Piemonte”: Presidente per 10 anni, ha coordinato numerose iniziative di restauro e riqualificazione
– Associazione “Amici Torinesi dell’Arte Contemporanea”: Segretario generale dal 1987 al 2007
– Centro Storico Fiat: negli anni novanta direttore dell’Archivio Storico, presidente del Registro Fiat delle Auto storiche, coordinatore di parte delle attività culturali di Fiat
– Amici della Fondazione Torino Musei: dal 2004 Presidente dell’Associazione che promuove la conoscenza dell’arte e sostiene restauri in favore dei musei civici; dal 2019 Presidente Onorario.
Network Museum – Cos’è la cultura? A cosa serve?
Associazione – Diamo una risposta icastica: tutto ciò che rimane quando si è dimenticato tutto. È quella somma di esperienze che si accumulano nel corso di un vita attraverso studi, letture e vissuto, che ad un certo punto si annullano, a causa del trascorrere del tempo, lasciando, però, sedimentate, una serie di cose, che costituiscono quello che definiamo bagaglio culturale. La cultura è anche il sedimento e l’incrocio di esperienze precedenti e, talvolta, il risultato dell’azione di un ambiente, che forma gli individui in relazione alla loro esperienza, alla loro capacità cognitiva. Il confronto con altre culture arricchisce e fa capire che la dimensione culturale personale è il risultato di tale rapporto.
Network Museum – Cos’è un museo ed a cosa serve?
Associazione – C’è una bellissima definizione, che ha dato uno scrittore, il Premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk, il quale sostiene che i musei siano una trasformazione in spazio del tempo. Questa definizione è emersa durante un’incontro tra Orhan Pamuk e Christian Greco, direttore del museo egizio di Torino (n.d.r. Torino, 11/05/2024, Teatro Carignano, nell’ambito del bicentenario della fondazione del Museo Egizio ed in occasione del ventennale del Salone del Libro Off di Torino). Dobbiamo, peraltro, aggiungere che la ICOM ha fatto molta fatica, durante la sua storia, a dare una definizione largamente condivisa di museo e solo nell’ultima riunione, nell’agosto del 2022 a Praga, è riuscita a cogliere un risultato soddisfacente.
La definizione di museo è un concetto molto complesso, poiché in esso vi è custodita la cultura materiale ed immateriale di un popolo, di una realtà antropologica. La mera esposizione di un oggetto non “parla”, non trasferisce nulla se questo non è contestualizzato. Questo aspetto è particolarmente evidente nei musei archeologici, ma anche nei nostri tre musei. Gli oggetti che sono conservati per la posterità vanno contestualizzati nel tempo e nello spazio, in maniera che possano arricchire di un qualcosa che non è più, a meno che non si tratti di un museo di arte contemporanea: anche in questo caso, però, è necessario approfondire la ricerca e la contestualizzazione.
Per completare la risposta possiamo aggiungere che un museo è un luogo, in cui si conserva la memoria storica di un paese, di una cultura, dove la si studia. Pertanto è un centro di studi scientifici atti migliorare la conoscenza e la divulgazione presso il grande pubblico. Sono concetti su cui si potrebbe parlare a lungo, ma, in sintesi, potremmo ridurli a: conservazione, studio e valorizzazione per il pubblico.
Network Museum – Qual è la storia della vostra associazione? Qual è la sua missione?
Associazione – La nostra missione è nata, quando in questo edificio (n.d.r. La sede torinese dalla Galleria di Arte Moderna – GAM – di via Magenta, 31), dopo lunghe vicissitudini di ristrutturazione radicale, nel 1999 è stata riaperta la Galleria d’Arte Moderna e l’allora direttrice, Giovanna Cattaneo Incisa, ritenne di costituire accanto al museo una associazione ad imitazione di quelle americane ed inglesi, che si identificavano con il termine “amici di…”, intendendola come una comunità di persone, che condividessero le finalità del museo e che aiutassero lo stesso a sviluppare le varie attività di carattere sia conservativo che divulgativo. Quindi radunò un centinaio, forse più, di persone, fondatori, che misero a disposizione anche un piccolo fondo economico, per costituire, appunto, una realtà a supporto del museo. L’associazione si è evoluta nel tempo e, dopo qualche anno, da “Amici della GAM” si è trasformata in “Amici della Fondazione Torino Musei”, di cui la GAM è una delle tre componenti, ma la missione è rimasta la stessa: divulgazione e sostegno, in termini di restauro e di valorizzazione delle opere dei musei.
Network Museum – Non è cosa cosa comune un’associazione che si ponga in relazione con tre musei ed una fondazione: come vi rapportate con i sistemi museali di riferimento?
Associazione – I tre direttori dei musei riservano delle attenzioni particolari ai nostri iscritti attraverso la nostra associazione come, per esempio, delle visite guidate prima che una mostra venga presentata al grande pubblico. Offriamo, inoltre, ai nostri iscritti, che differenziamo in base alle tariffe annuali di associazione indicate nelle nostre tabelle, servizi, attività e benefici, quali: visite guidate alle mostre, viaggi e soggiorni culturali con l’accompagnamento di persone caratterizzate da grande levatura scientifica, che illustrano i percorsi delle varie esposizioni visitate. Inoltre organizziamo varie missioni in Italia ed all’estero, che sono elencate, assieme alle molteplici attività, nel volume celebrativo dei primi venti anni di vita dell’associazione, pubblicato già tre anni or sono e che il Presidente Verdun ha fortemente voluto. Noi siamo il ponte tra la città ed i musei. Siamo il tramite per cercare di valorizzarli al massimo.
Il fatto di rappresentare tre musei ha costituito una diatriba, che abbiamo avuto al nostro interno. Una parte dei nostri soci originari dell’Associazione Amici della GAM ci hanno lasciato, perché non si identificavano con Palazzo Madama piuttosto che con il Museo di Arte Orientale, e si sono orientati verso altri poli di arte contemporanea come il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea o la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Ai tempi abbiamo ritenuto fosse la cosa giusta. Oggi, ripensandoci, forse si sarebbe potuto fare diversamente: mantenere una associazione generale riferita ai tre musei civici, da cui far diramare specializzazioni relative ai singoli musei.
Per doverosa chiarezza sulla genesi della nostra associazione è opportuno precisare un particolare aspetto evolutivo della gestione dei musei della nostra città. Nel 2004 era nata a Torino l’esigenza di trasformare le istituzioni dei musei civici, arte antica, arte orientale ed arte moderna, facendole confluire in una fondazione, che potesse avere al suo interno, nel suo consiglio di amministrazione, oltre al soggetto pubblico Comune di Torino, proprietario delle opere – questi tre musei rispecchiano non solo le caratteristiche di “piemontesità” ma di “torinesità” in quanto propri della città – anche dei soggetti privati. Questi sono stati individuati nelle fondazioni bancarie. A Torino ed in Piemonte ne esistono due, le maggiori d’Italia: la Fondazione Compagnia di San Paolo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, che siedono di diritto nel consiglio di amministrazione della Fondazione Torino Musei. Questo fatto ha rappresentato una autonomia gestionale, che all’inizio non arrivava a tutto – per esempio tutti gli organigrammi dei musei erano di derivazione comunale – ma con il tempo si è resa sempre più autonoma, attuando una dinamica gestionale da fondazione. Noi, che eravamo già esistenti come “Amici della GAM”, nel momento in cui la Galleria di Arte Moderna è entrata a far parte della Fondazione con le altre due istituzioni museali, ci siamo naturalmente trasformati in “Amici della Fondazione Torino Musei”.
Network Museum – Che vantaggio traggono i musei dalla collaborazione con il mondo dell’associazionismo museale?
Associazione – I musei sono sostenuti nelle loro campagne di ricerca, di studio e di divulgazione. C’è un continuo legame con le direzioni dei musei, che ci tengono aggiornati sui loro progetti ed a cui chiediamo in quale modo poter intervenire. La circostanza durante la quale abbiamo incontrato il Direttore di Network Museum è stata, appunto, la raccolta di fondi, presso Palazzo Madama, una delle attività che la nostra associazione è stata invitata a promuovere per l’acquisto degli smalti di Limoges, che originariamente decoravano il retro del cofano del cardinale Guala Bicchieri, già parte del patrimonio cittadino. Siamo stati chiamati a svolgere una attività di divulgazione. Siamo, pertanto, dei sostenitori e dei divulgatori. Interveniamo anche nel sostegno al restauro delle opere, che hanno maggior necessità, per permetterne l’esposizione, come risulta dalla citata pubblicazione, che descrive una ventina di interventi a favore dei restauri, grazie ai fondi dell’associazione.
Network Museum – Qual è il vostro rapporto con il pubblico che visita i musei della Fondazione Torino Musei? Perché si entra a far parte di una associazione museale?
Associazione – Si entra a far parte di una associazione museale per le ragioni che abbiamo descritto prima: persone sensibili alla conservazione di un patrimonio intellettuale, immateriale, materiale di una città ritengono doveroso spendere del tempo o del denaro – poco, in quanto non siamo certo una associazione di tipo americano – e si attivano in qualche misura a favore di tale patrimonio. Abbiamo registrato delle fluttuazioni di adesioni: in passato picchi di oltre 250 associati, mentre ora il numero si è ridotto, complici la pandemia ed il cambiamento di stili e riferimenti di vita. La filosofia di fondo è, però, sempre la stessa: aiutare la città a conservare i suoi beni.
Network Museum – Qual è il vostro rapporto con le istituzioni culturali cittadine, nazionali ed internazionali?
Associazione – Dal punto di vista istituzionale, propriamente detto, questo è un aspetto che è poco presente. Abbiamo rapporti con le istituzioni nazionali ed internazionali in occasione di viaggi, per i quali chiediamo ai nostri direttori di accompagnarci, di presentarci o di farci accogliere dai direttori di altre realtà, come quando siamo stati a Faenza per le maioliche rinascimentali, cosi come per gli Stati Uniti e per la Russia. Se i direttori o qualcuno del Consiglio ha dei rapporti, anche personali, con direzioni di altri musei, i nostri rapporti si intensificano ed avvengono degli scambi. Analogamente se degli amici di un museo inglese, per esempio, vengono a Torino, ci adoperiamo per offrire loro la possibilità di visitare aspetti interessanti del territorio o per reperire guide, accompagnatori o storici dell’arte o per farli accogliere dai direttori dei nostri musei. Vi è reciprocanza limitata ad atti di grande cortesia e collaborazione, ma non sono rapporti istituzionalizzati: non vi è, per esempio, condivisione di programmi.
Network Museum – Contraete rapporti e collaborazioni con altre associazioni simili alla vostra? Cosa condividete e su cosa collaborate?
Associazione – Abbiamo avuto in passato dei contatti con ICOM per un certo periodo. Sono venuti a Torino, lo scorso maggio, gli “Amici del MAXXI” e con la direttrice della GAM, Chiara Bertola, ci siamo adoperati per rendere possibile la loro visita. Il tutto, però, in un clima di collaborazione informale. Non abbiamo mai partecipato a convegni, non siamo neppure in collegamento con la Federazione Italiana degli Amici dei Musei, FIDAM.
Network Museum – Dal vostro punto di osservazione privilegiato, come considerate il rapporto tra i musei ed i propri visitatori?
Associazione – Il rapporto lo consideriamo molto attivo quando il museo si dota di nuove tecnologie, per migliorare, come nel caso delle audioguide o degli allestimenti virtuali, l’esperienza di visita, rendendola più immersiva e più contestualizzata.
Network Museum – Come vedete il futuro della cultura e, in particolare, quello relativo al ruolo dei musei?
Associazione – Pensiamo il ruolo dei musei per il futuro come assolutamente fondamentale. Non possiamo immaginare una società che non sia in grado di conoscere, studiare e indagare il proprio passato. È da considerarsi fondamentale ed indispensabile per la formazione e la cultura, per migliorare anche i rapporti tra le persone, tra gli stati, tra le regioni, tra le diverse culture. È uno strumento di inclusione internazionale.
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Coordinate di questa pagina, fonti, collegamenti ed approfondimenti.
Titolo: “Concretamente…amici!!!”
Sezione: “Musei & Associazioni”
Autore: Network Museum
Ospiti: Maria Cattaneo (Presidente Associazione Amici della Fondazione Torino Musei) , Mario Verdun di Cantogno (Past President Associazione Amici della Fondazione Torino Musei)
Codice: IIINET2406131100MAN/A1
Ultimo aggiornamento: 15/06/2024
Pubblicazione in rete: 6° stagione, 15/06/2024
Proprietà intellettuale: INFOGESTIONE s.a.s
Fonte contenuti: INFOGESTIONE – Network Museum
Fonte immagini:
– cortesia Associazione Amici della Fondazione Torino Musei
– https://www.guidatorino.com/gam-torino-orari-prezzi/
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